“Se un giorno la mia capacità espressiva diventasse così vasta da ospitare tutta l’arte, scriverei un’apoteosi del sonno. Non conosco maggior piacere del sonno…”.
(Fernando Pessoa)
Non abbiamo bisogno di grandi scrittori e neanche di evidenze medico scientifiche per concordare che il riposo offerto da una notte di buon sonno è una risorsa preziosa indispensabile per mantenere il nostro equilibrio e benessere mentale.
Ci sono diversi studi che analizzano la prevalenza dell’insonnia nella popolazione generale che, pur divergendo per campione e metodologie, individuano con una certa coerenza una prevalenza attorno al 10% per l’insonnia cronica. (1)
Non una sola insonnia
È importante chiarire alcune definizioni, poiché i disturbi legati al sonno possono manifestarsi in modi differenti. In termini generali, l'insonnia può essere classificata principalmente in base alla sua durata e persistenza:
Queste definizioni permettono di riconoscere e distinguere meglio le diverse manifestazioni dell’insonnia.
L’Italia e i Paesi OCSE: diffusione e costi dell’insonnia
In Italia, alcune ricerche recenti evidenziano una riduzione delle ore di sonno e un'insoddisfazione generale della popolazione riguardo alla qualità del proprio riposo. Questi dati sono preoccupanti, poiché la scienza ha dimostrato come l'insonnia cronica e, più in generale, la mancanza di sonno (meno di sette ore per notte), possano influire negativamente su diverse funzioni dell’organismo, come il sistema cardiovascolare, endocrino e il sistema nervoso centrale.
Oltre alle gravi implicazioni per la salute, i disturbi del sonno comportano anche significativi costi economici. Un think tank statunitense ha recentemente pubblicato un report che analizza l’impatto economico e sociale dei disturbi del sonno nei Paesi OCSE, concentrandosi in particolare sull’insonnia cronica. Quest'ultima viene definita come l’esperienza di sintomi di insonnia per almeno tre volte alla settimana, per un periodo minimo di tre mesi, con una conseguente compromissione delle attività quotidiane.
Sebbene in questo studio la prevalenza dell'insonnia in Italia sia risultata tra le più basse rispetto ad altri Paesi OCSE, i costi economici stimati per il nostro Paese rimangono comunque rilevanti, sottolineando l'importanza di affrontare seriamente il problema a livello sia sanitario che economico.
risulta rilevante. Tra questi costi figurano le giornate di lavoro perse, la riduzione della produttività, gli incidenti sul lavoro e il peggioramento della qualità della vita associata a disturbi fisici e mentali (i cosiddetti costi immateriali). Non sono state prese in esame le conseguenze economiche legate agli incidenti stradali. In Italia, tali perdite corrispondono a circa 4.500 dollari di reddito pro capite all’anno. Se la produttività persa fosse recuperata teoricamente da tutta la popolazione affetta, si stima un guadagno dello 0,74% del PIL, pari a oltre 16 miliardi di dollari.
È importante notare che i dati e le analisi utilizzati nel report si riferiscono in parte al periodo pre-COVID e quindi non riflettono il peggioramento dei disturbi mentali indotto dalla pandemia. Inoltre, lo studio si concentra su persone che soffrono di insonnia cronica, caratterizzata da sintomi seri e persistenti. Tuttavia, le persone con insonnia clinica (episodi frequenti, ma meno duraturi nel tempo) o con sintomi occasionali sono molto più numerose, raggiungendo, secondo le stime, fino a un terzo della popolazione.
Il contributo della tecnologia: medicina digitale per contrastare i disturbi del sonno
La tecnologia offre numerose opportunità per affrontare le sfide legate all'accesso a cure adeguate, ai possibili effetti collaterali e all’aderenza terapeutica, integrando soluzioni come app mobili, terapie digitali, dispositivi indossabili e piattaforme di monitoraggio del sonno.
I dispositivi indossabili, come smartwatch o tracker del sonno (ad esempio, Fitbit, Oura Ring), sono ampiamente utilizzati per promuovere buone abitudini del sonno. Questi dispositivi monitorano il sonno in modo continuo, fornendo dati in tempo reale che possono aiutare a prevenire l’insorgenza di alcune problematiche legate al riposo.
App specifiche, come Pzizz, monitorano i cicli sonno-veglia e offrono supporto attraverso suoni rilassanti o tecniche cognitive, utili per favorire il sonno.
In termini di approccio non farmacologico, la Terapia Cognitivo-Comportamentale per l’Insonnia (CBT-I) è tra le soluzioni più efficaci per trattare l'insonnia cronica. Tuttavia, la disponibilità di questa terapia rimane limitata a causa di barriere legate all’accesso e ai costi. Proprio per questo motivo, la versione digitale della CBT-I (dCBT) ha acquisito grande popolarità grazie alla sua accessibilità e flessibilità.
Esistono diverse varianti di dCBT, a seconda del livello di coinvolgimento del professionista sanitario:
Nel 2020, la FDA (Food and Drug Administration) ha approvato Somryst, la prima terapia digitale prescrivibile per il trattamento dell'insonnia cronica. Questa terapia è disponibile tramite un’app scaricabile su smartphone o tablet. Attualmente, esistono sei terapie digitali per il trattamento dell'insonnia, anche se non tutte sono certificate dalla FDA. Solo due sono prescrivibili: Somryst negli Stati Uniti e Somnio in Germania, entrambe basate sulla CBT. L'accesso a tali trattamenti è limitato ai Paesi in cui sono stati sviluppati, con l'eccezione parziale di Sleepio, disponibile per i pazienti del Regno Unito.
In Italia molte app e qualche esperimento clinico
In Italia non sono ancora disponibili terapie digitali specifiche per l'insonnia o altre condizioni di malessere psicologico, come ansia e stress. Tuttavia, esistono alcune piattaforme di supporto, principalmente sotto forma di app che offrono il monitoraggio della qualità del sonno e programmi di rilassamento per facilitare l'addormentamento.
Una delle app più popolari è Sleep Cycle, disponibile per iOS e Android, che permette di monitorare i cicli di sonno e fornisce consigli pratici per migliorare la qualità del riposo. Tra le sue funzionalità, c'è anche il monitoraggio del russamento, che può essere interrotto attraverso suoni o vibrazioni se il dispositivo è posizionato vicino all'utente.
Un altro player importante nel campo del monitoraggio del sonno è ResMed, azienda leader nella produzione di dispositivi per il trattamento dei disturbi del sonno. Tra le sue soluzioni digitali spicca l’app myAir, progettata per i pazienti in trattamento per l'apnea del sonno, ma che può essere adattata anche per gestire l'insonnia.
Esiste anche un’interessante realtà italiana chiamata EffettoViola, che esplora l’uso dei suoni binaurali per il supporto al malessere psicologico, compresa l'insonnia. I suoni binaurali sono una forma di stimolazione acustica che utilizza due toni di frequenza leggermente diversa per ciascun orecchio. La teoria alla base di questa tecnica è che il cervello umano possa sincronizzare le proprie onde cerebrali con la frequenza risultante dalla differenza tra i due toni ascoltati, generando onde cerebrali di tipo Alpha (tra 7 e 12 Hz), associate a uno stato di rilassamento.
I fondatori di EffettoViola hanno sviluppato un algoritmo brevettato, il DSPS (Dynamic Spectrum Phase Shift), che migliora la tecnica dei binaural beats riducendo i tempi di esposizione necessari e rendendo questa tecnologia applicabile a diversi tipi di musica. L’app offre programmi mirati per il controllo di ansia, stress e per facilitare il sonno. Ha già superato un primo test clinico randomizzato presso l’Ospedale Galliera di Genova, dove è stata utilizzata per ridurre l’ansia nelle future mamme con cesareo programmato, con risultati promettenti. Questo studio si aggiunge a una crescente letteratura scientifica che esplora l'efficacia dei suoni binaurali nel miglioramento del benessere psicologico.
Migliorare il sonno attraverso la tecnologia
Le soluzioni di medicina digitale offrono un alto grado di personalizzazione, consentendo di adattarsi alle esigenze specifiche di ciascun paziente. In particolare, la Terapia Cognitivo-Comportamentale per l’Insonnia (CBT-I) in formato digitale rappresenta un'opzione promettente, poiché elimina la necessità di trattamenti in presenza, rendendola accessibile a un pubblico più vasto.
In Italia, nonostante l'introduzione del bonus psicologo che ha facilitato l'accesso ai servizi di assistenza psicologica, la medicina digitale in tutte le sue forme offre ulteriori opportunità per affrontare i disturbi del sonno e migliorare significativamente la qualità della vita dei pazienti. Le tecnologie digitali possono ampliare la disponibilità di trattamenti efficaci, colmando le lacune del sistema sanitario e contribuendo a una gestione più efficiente e diffusa di questi problemi.