I disturbi gastrointestinali funzionali (FGID) comprendono una serie di condizioni caratterizzate da sintomi gastrointestinali in assenza di anomalie organiche o biochimiche evidenti. Questi disturbi sono spesso definiti "disordini dell'asse intestino-cervello", a evidenziare il complesso intreccio tra il sistema nervoso centrale e il tratto gastrointestinale, la cui sensibilità risulta spesso accentuata in presenza di FGID.
Diversamente, i disturbi gastrointestinali organici includono condizioni come ulcere, malattie infiammatorie croniche intestinali (IBD), tumori e altre anomalie strutturali o biochimiche. In questi casi, i sintomi possono essere attribuiti a danni concreti agli organi o a disfunzioni fisiologiche, diagnosticabili tramite esami specifici, come l’endoscopia o l’imaging medico.
I disturbi funzionali gastrointestinali (FGID) sono classificabili in diverse categorie a seconda della parte del tratto gastrointestinale interessata e dei sintomi manifestati:
Questi disturbi sono piuttosto diffusi, con una prevalenza che varia notevolmente in base all’età e alla tipologia di sintomi presentati. Secondo i dati epidemiologici più recenti, almeno un disturbo funzionale gastrointestinale è riscontrabile in circa il 40,3% degli adulti quando rilevato tramite indagini online, mentre la prevalenza scende al 20,7% nei sondaggi condotti in presenza.
Le ricerche indicano inoltre che le FGID sono più comuni tra le donne rispetto agli uomini. Anche a livello geografico si notano delle differenze: i paesi in via di sviluppo registrano, per esempio, una prevalenza più elevata di dispepsia funzionale rispetto alle nazioni sviluppate.
Le strategie terapeutiche negli ultimi anni hanno dato spazio a soluzioni multimodali che riconoscono la complessità eziologica delle patologie e quindi, oltre all’uso di antispastici, antidepressivi a basso dosaggio e probiotici per gestire i sintomi, includono sempre più spesso prescrizioni dietetiche come l'eliminazione di alimenti trigger (ad esempio, glutine o lattosio), l'adozione di diete specifiche e di terapie psicologiche basate sull’approccio cognitivo-comportamentale (CBT).
Proprio l’evidenza di fattori determinanti come abitudini dietetiche, stili di vita e fattori legati psicologici e una comprovata efficacia della CBT hanno stimolato l’evoluzione di diverse soluzioni di digital medicine applicabili ai disturbi gastrointestinali funzionali.
Oggi sono disponibili numerose applicazioni mobili che supportano i pazienti nel monitoraggio dei sintomi e forniscono accesso a documentazione completa sulla patologia e sui trattamenti disponibili. Alcune di queste app propongono persino programmi di terapia cognitivo-comportamentale (CBT) a distanza.
Alcune soluzioni sono già state approvate dalla FDA per il trattamento della sindrome dell’intestino irritabile (IBS). Tra queste:
Inoltre, altre soluzioni sono attualmente oggetto di rigorosi studi clinici, come Zemedy®, che offre moduli di supporto psicologico, tecniche di rilassamento e esercizi fisici con un approccio CBT. Gli utenti interagiscono con una chatbot che fornisce informazioni, incoraggia piani personalizzati, esercizi domestici e attività fisiche. L’app offre riscontri individualizzati e forma gli utenti su competenze specifiche per migliorare la gestione dei sintomi.
Queste piattaforme rendono la terapia cognitivo-comportamentale più accessibile rispetto alla tradizionale terapia in presenza, riducendo le barriere logistiche e sociali e abbattendo i costi economici.
Oltre alle app mobili, la FDA ha approvato anche piattaforme di telemedicina dedicate, come Mahana® IBS, un programma web-based su prescrizione medica che prevede dieci sessioni di CBT specificamente progettate per alleviare i sintomi dell’IBS.
Alcuni dispositivi indossabili specifici per il monitoraggio dei disturbi gastrointestinali funzionali (FGID) sono ancora in fase di studio. Tra questi, un esempio è AbStats®, sviluppato grazie al contributo del team scientifico della International Foundation for Gastrointestinal Disorders. Questo dispositivo, autorizzato dalla FDA per l’uso ospedaliero, offre una registrazione non invasiva e in tempo reale dell'attività dell'apparato digerente. AbStats® utilizza un microfono a basso profilo che si applica sulla parete addominale per monitorare la frequenza delle contrazioni intestinali, un parametro noto come "tasso intestinale". Sebbene siano necessari ulteriori studi, questo dispositivo potrebbe rivelarsi utile per monitorare le risposte individuali alla dieta, ai farmaci e ai trattamenti alimentari nei pazienti con FGID.
Le soluzioni digitali rappresentano un valido supporto per la gestione di disturbi funzionali spesso caratterizzati da una forte variabilità dei sintomi e difficoltà nell’individuazione delle cause scatenanti. Gli strumenti digitali consentono di offrire numerosi vantaggi, tra cui:
La gestione dell’alimentazione riveste un ruolo fondamentale per i pazienti con sindrome dell’intestino irritabile (IBS). Le applicazioni per il controllo della dieta, basate su evidenze scientifiche, possono aiutare i pazienti a monitorare i pasti, registrare i sintomi e identificare gli alimenti che possono scatenare disturbi. Questo supporto permette di creare piani alimentari personalizzati per alleviare i sintomi dell’IBS.
Un esempio è l’app Che Mangio, sviluppata da paginemediche, una piattaforma digitale che offre diversi strumenti utili per il paziente:
La medicina digitale offre prospettive promettenti per la gestione dei disturbi gastrointestinali funzionali. La raccolta di dati personalizzati permette ai professionisti sanitari di sviluppare approcci sempre più mirati e su misura per ciascun paziente. Inoltre, la tecnologia rende possibile un approccio olistico integrato, riunendo in un unico strumento piani dietetici, sessioni di rilassamento, CBT e altri trattamenti. Questa "cura integrata" semplifica la gestione delle terapie multimodali e contribuisce a migliorare l’efficacia complessiva dei trattamenti, offrendo un supporto completo e personalizzato per i pazienti.