Tra le numerose conseguenze della pandemia, scopriamo che il Covid-19 ha determinato anche una forte accelerazione dei finanziamenti alle aziende che operano nel settore della salute digitale. Secondo Rock Health, infatti, la prima metà del 2021 ha visto oltre 14,7 miliardi di dollari investiti nel settore: più dell’intero importo investito nel 2020.
In questo breve periodo sono state registrate 372 transazioni con una dimensione media di 39,6 milioni di dollari. Inoltre, il Q1 2021 ha visto anche più accordi completati rispetto alla media trimestrale di tutto il 2020: 147 accordi complessivi rispetto ai 110 precedenti. Il connubio di questi dati importanti, ha portato ad una dimensione media dei finanziamenti nel Q1 2021 di 45,9 milioni di dollari, ovvero un aumento di 1,4 volte rispetto ai 31,7 del 2020. Ad ottenere la maggior parte dei finanziamenti nel 2020 e 2021, sono state le startup che offrono dei servizi sanitari on-demand e i catalizzatori di ricerca e di sviluppo biofarmaceutico. I primi hanno registrato 1,2 miliardi di dollari in 17 accordi, i secondi 1,1 miliardi di dollari in 13 accordi. Gli accordi più importanti per l’assistenza sanitaria on-demand hanno incluso Ro (500 milioni), Dispatch Health (200 milioni) e Lyra Health (187 milioni). Tra i catalizzatori di ricerca e di sviluppo, troviamo invece Insitro (400 milioni), Valo Health (190 milioni) e Evidation Health (153 milioni).
Il Q1 2021, dunque, ha visto una ripresa dell’attività di investimento specie nel settore delle aziende di salute mentale, che per il quinto anno consecutivo hanno raccolto la maggior quantità di finanziamenti. Le aziende che offrono assistenza primaria e trattano malattie cardiovascolari o il diabete, invece, hanno ottenuto il secondo maggior numero di finanziamenti nel Q1 2021. Tra queste, pare risaltare in particolar modo Noom: un’azienda tecnologica specializzata in prodotti e servizi per la dieta e la nutrizione, che è riuscita a raccogliere ben 540 milioni di dollari in investimenti. Con grande sorpresa, scopriamo anche che, a partire dal 2020, gli investimenti nel settore oncologico sono scesi dal terzo al sesto posto. I finanziamenti per le startup che aiutano a gestire i disturbi da uso di sostanze, invece, sono saliti costantemente fino ad arrivare al quinto posto