Benché la pandemia abbia evidenziato l’urgenza di politiche sanitarie efficaci per la gestione delle emergenze su scala nazionale e globale, l’Organizzazione Mondiale della Sanità pone l’accento da molti anni sull’emergenza nascosta delle malattie non trasmissibili. Una endemia ‘sotto traccia’ che causa milioni di fatalità ogni anno e genera costi sanitari esorbitanti, insostenibili per i Paesi emergenti e con conseguenze pesantissime anche per i budget delle nazioni occidentali. Polifarma ha deciso di contribuire a cercare nuove risposte terapeutiche bio-digitali.
Secondo l’OMS, infatti, le malattie non trasmissibili (NCD), cioè le patologie croniche, uccidono 41 milioni di persone ogni anno, pari al 71% di tutti i decessi a livello globale e 15 milioni di queste fatalità riguardano persone fra i 30 e i 69 anni e possono definirsi morti ‘premature’. Anche se la gran parte di questi decessi (77%) riguarda Paesi a basso e medio reddito, le malattie più rappresentate sono molto diffuse anche nelle nazioni più ricche come le malattie cardiovascolari, i tumori, le patologie respiratorie ed il diabete¹.
Prima della tempesta perfetta Covid19 si stimavano in Italia 24 milioni di persone con almeno una malattia cronica e circa 15 milioni con poli morbilità. Le proiezioni arrivano a oltre i 25 milioni di pazienti colpiti da NDC entro il 2028 (tabella in basso) per una spesa attuale di circa 67 miliardi tendente a superare i 70 nei prossimi anni. Secondo un recente modello predittivo di IQVIA, inoltre, la sindrome da long-Covid o PASC (sequele post-acute di COVID-19 ) cioè un disturbo multiorgano che si esprime con condizioni diverse sia acute che croniche di diversa gravità, è destinato ad aumentare questi numeri creando 2,2 milioni di nuovi pazienti nel prossimo futuro ponendo una sfida ulteriore al sistema sanitario e di welfare².
L’invecchiamento progressivo della popolazione e la diffusione delle cronicità, impatta pesantemente anche sulla qualità della vita (del paziente e dei suoi famigliari) e sulla percezione soggettiva del proprio stato di salute con effetti importanti sul benessere psicologico generale. Meno del 73% degli italiani adulti (15 aa+) si considerano in salute, una percentuale inferiore alla Spagna ed alla Grecia³. Certamente alcuni aspetti strutturali del nostro sistema contribuiscono ad alimentare questa incertezza ed insoddisfazione malgrado la copertura del nostro SSN e l’eccellenza riconosciuta internazionalmente di molti centri. Solo il 61% dei nostri concittadini, infatti, si ritiene soddisfatto del SSN rispetto ad una media OECD del 71% che include Paesi con copertura di assistenza sanitaria pubblica molto bassa⁴.
Trattandosi di malattie che impattano la vita dei pazienti per tutta la sua durata la risposta farmacologica alle cronicità spesso non è sufficiente a mitigarne gli effetti clinici e sociali, basti pensare ad esempio ai maggiori costi sanitari legati ad una compliance inadeguata e ai conseguenti aggravamenti ed ospedalizzazioni da un lato e perdita di giornate lavorative dall’altro. Polifarma ha raccolto la sfida complessa di cercare risposte terapeutiche a 360’ con una ricerca rivolta a soluzioni bio-tecnologiche in collaborazione con due realtà italiane come daVinci Digital Therapeutics e daVinci Digital Medicine entrambe focalizzate sulle terapie digitali.
Con questa partnership Polifarma intende innovare il trattamento delle malattie croniche. L’accelerazione subita dalla digitalizzazione in conseguenza della pandemia che ha portato, ad esempio, la telemedicina nel nostro quotidiano, mostra che i tempi sono maturi per una iniziativa imprenditoriale di rottura e unica per il suo focus in Italia.
L’obiettivo comune sarà di esplorare soluzioni di Digital Medicine a tutto campo. L’attività sarà mirata soprattutto allo sviluppo di DDS ossia Digital Drug Support in cui una soluzione digital si combina con un farmaco tradizionale migliorando l’impatto terapeutico proprio come avviene con le associazioni di due molecole con effetto sinergico.
La medicina digitale può offrire un miglioramento significativo della qualità di vita e della relazione fra pazienti e care giver professionali e famigliari, per esempio:
Questa evoluzione dell’approccio terapeutico supera l’offerta del solo principio attivo per:
Queste tecnologie sono un elemento chiave del cosiddetto Healthcare Continuum. Un approccio alla medicina che vuole superare il modello reattivo ed episodico della cura che lascia al paziente l’identificazione dei sintomi (o del loro aggravamento) e, per esempio, la responsabilità quasi completa della aderenza terapeutica. Il modello tende ad un'assistenza sanitaria continua e preventiva, in cui gli individui sono accompagnati in modo discreto dalla tecnologia che offre proattivamente diagnosi, trattamento o follow-up. Si tratta di una visione di lungo periodo su cui, non a caso, l’Europa ha deciso quest’anno di investire massicciamente con i fondi dedicati alla ricerca.
La collaborazione con il gruppo daVinci segna una svolta organizzativa che ha portato alla costituzione di una nuova funzione di ricerca all’inizio del 2022. A guidarla sarà la Dr.ssa Silvana D’Alessio con una importante esperienza in ruoli di responsabilità in azienda e che avrà il compito di orientare la ricerca verso terapie bio-digitali.
Il focus sarà rivolto in particolare modo allo studio di soluzioni di digital medicine in particolare di digital drug supports: applicazioni utilizzate in associazione o in combinazione con il farmaco, supporti digitali del farmaco che hanno un obiettivo fondamentale, quello cioè di ottimizzare le prestazioni di efficacia del farmaco, recuperando nella vita reale la stessa efficacia documentata nella fase sperimentale di valutazione"⁵
Polifarma condivide la visione di quanto la medicina digitale possa contribuire a colmare i limiti, già ricordati, della percezione e reale fruibilità di un sistema sanitario considerato fra i più universalistici e meglio disegnati del mondo.
Il progetto PolifarmaNext, nell’ambito di questo percorso, si focalizza sulla collaborazione con le startup, Università e associazioni scientifiche, in logica di open innovation per identificare le tecnologie più promettenti da associare alle soluzioni biofarmaceutiche esistenti e sui programmi di formazione per operatori sanitari e pazienti nell’ambito delle terapie bio-digitali. La formazione è infatti indispensabile per garantire che caregiver e pazienti possano essere coinvolti ed avere un ruolo chiave nel disegno delle soluzioni ‘ibride’ e per ottimizzare gli effetti di questo continuum fra scienza e tecnologia.
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