Scienza, ricerca, sanità e società sono in una fase di rapido ed intenso cambiamento. Tra i diversi fattori di cambiamento, la trasformazione digitale di vari processi scientifici e sanitari, accelerata dalla Pandemia Covid-19, è certamente tra i più rilevanti. Questo fenomeno rappresenta un fattore abilitante fondamentale per la evoluzione del ruolo del paziente nei confronti dei processi di ricerca e di assistenza, come conseguenza dei limiti – talora dei fallimenti – che tali processi hanno fino ad oggi presentato (scarsa aderenza alla terapia, limitata efficacia di molti interventi etc).
Il superamento di questi limiti richiede un’evoluzione del comportamento e dell’atteggiamento della persona ammalata nei confronti della propria malattia e della propria terapia e di conseguenza nei confronti degli altri attori del sistema della ricerca e della assistenza.
Questa evoluzione richiede innanzitutto la disponibilità di una maggiore e diversa informazione, che ad esempio nel caso della assistenza riguarda i centri di riferimento terapeutico, le modalità di fornitura del farmaco, i programmi di supporto complementari al farmaco, le modalità per condividere la propria esperienza con altri ed avere miglior accesso alle buone cure.
Richiede inoltre la cosiddetta “attivazione” del paziente (Patient Activation) e la presa di consapevolezza del paziente sul proprio ruolo attivo nei confronti della propria malattia, attraverso un processo di empowerment, rappresentano condizioni necessarie per assicurare tale cambiamento.
Le persone hanno una salute migliore e una minore inability se prendono l'iniziativa nella gestione della loro malattia cronica (disability) con un buon supporto dal servizio sanitario.
Accanto a questo ruolo attivo, proprio del singolo paziente nei confronti della propria specifica malattia, è emerso negli ultimi anni anche un altro ruolo, che interessa un paziente, il quale in aggiunta alla esperienza della propria malattia possiede anche expertise – ovvero una “conoscenza accademica” - della patologia e delle modalità con le quali questa viene prevenuta, diagnosticata e trattata e che utilizza tale esperienza ed expertise per modificare e migliore i processi di ricerca, diagnosi e cura delle malattie.
Questo ruolo del paziente, definito “esperto”, ha la potenzialità di acquisire una rilevanza non dissimile da quella dell’operatore sanitario, in grado di operare sia come soggetto attivo, responsabile di ricerca in gruppi o network di pazienti, che di consulente della ricerca industriale o accademica per fornire pareri, consigli, indicazioni.
Il termine paziente esperto è stato utilizzato per la prima volta da nel 1985 da David Tucket dell’Università di Cambridge, per il quale le cure mediche sarebbero state più efficaci se i medici avessero riconosciuto i pazienti come esperti delle proprie patologie. Successivamente il termine paziente esperto è stato utilizzato nel 1999 in un rapporto sulla promozione della salute realizzato dal Ministro per la salute del Regno Unito, nel quale si affermava che “le persone hanno una salute migliore e una minore inabilità se prendono l'iniziativa nella gestione della loro malattia cronica [o disabilità] - con un buon supporto dal servizio sanitario”.
Il successivo Piano Sanitario Nazionale del 2000 del Regno Unito utilizzava in diverse parti l’espressione “Expert patient” e segnalava l’esigenza di costruire percorsi di cura innovativi, affinché il malato cronico possa giocare un ruolo centrale nella gestione della propria malattia e nel minimizzare il suo impatto sulla propria quotidianità. Iniziava così un programma ambizioso di formazione e riforma che intendeva rispondere alla sfida del nuovo secolo, alla condizione cronica di tanti, scommettendo ed investendo su una risorsa a lungo ignorata: la conoscenza e l’esperienza del soggetto malato.
In un successivo documento del 2001 del Ministero della sanità britannico i pazienti esperti sono definiti come Persone che hanno la fiducia, le competenze, le informazioni e le conoscenze per svolgere un ruolo centrale nella gestione della vita con malattie croniche.
Negli anni successivi sono state successivamente proposte altre definizioni del termine e descrizioni dei ruoli dei pazienti esperti, delle quali riteniamo che la più appropriata sia
Esperto può essere definito il paziente con esperienza della propria malattia (illness) e capacità di gestire la patologia (disease) dalla quale è interessato”.
Dalla definizione iniziale di paziente esperto, interamente centrata sul miglioramento della gestione della propria patologia si è pertanto passati a una definizione che considera paziente esperto chi mette le conoscenze acquisite attraverso l’esperienza diretta della patologia a disposizione della comunità scientifica, dei pazienti, di altri che possono trarne vantaggio o beneficio.
Si sottolinea come la definizione di Paziente Esperto comprenda non solo la persona portatrice della malattia, ma anche il Caregiver che la assiste.
L’individuazione delle attività tipiche di una professione o ruolo è necessaria per ottenerne il riconoscimento, per la formazione, per la certificazione. Tra le competenze proprie del paziente esperto sono state identificate:
La prima competenza è considerata prerequisito essenziale per la qualifica di paziente esperto; a quella deve inoltre associarsi almeno una delle altre competenze principali. La certificazione viene concessa a chi dimostra di gestire tutte le relative attività Come si diventa paziente esperto
Il paziente esperto non può e non deve diventare una “nuova professione” che inevitabilmente finirebbe per diventare uno specialista che col passare del tempo si distacca dalla realtà. Il paziente esperto deve svolgere le seguenti funzioni:
Solo raramente il paziente esperto in si forma individualmente, più spesso si forma partecipando alla vita attiva delle associazioni, può trovare spazi se si genererà un “ecosistema” che riconosca il ruolo positivo di queste figure. Un ecosistema che è tale se è in grado di prevenire e combattere forme di “personalismi” non di rado presenti nelle associazioni di pazienti e in generale nel cosiddetto mondo del non profit o terzo settore. Infatti il paziente esperto è una persona dotata di equilibrio che sa uscire dalla propria condizione e stabilire relazioni con tanti soggetti diversi. È quindi una persona dotata di empatia oltre che di conoscenze ed esperienze.
Analogamente a quanto avviene in ambito medico-scientifico, nel quale il medico diviene esperto – attraverso un percorso di conoscenze ed esperienze – in una specifica area della conoscenza medica, anche il paziente diviene esperto in una o più dimensioni dell’expertise che interessa il proprio ruolo di paziente.
La prima dimensione di tale expertise ha interessato la ricerca e la sperimentazione clinica e l’esperienza di Eupati / Accademia dei Pazienti ha dimostrato la possibilità di tale apprendimento ed il valore che deriva dalla partecipazione e dal coinvolgimento del paziente esperto nei progetti di ricerca di nuovi farmaci, nella elaborazione di protocolli di ricerca e nella conduzione delle sperimentazioni cliniche.
Oggi una nuova dimensione è rappresentata dalla conoscenza delle tecnologie digitali per la salute. Vi è pertanto la necessità di promuovere un percorso di formazione di “Paziente Esperto in Tecnologie Digitali per la Salute” per acquisire le conoscenze di base sulle tecnologie digitali e sul loro utilizzo (diagnosi, monitoraggio della progressione della malattia e della risposta alla terapia, erogazione di interventi di supporto o terapeutici) e maturato esperienze che lo rendono in grado di
Caregiver: “Colui che si prende cura”; il termine si riferisce a tutti i familiari che assistono un loro congiunto ammalato e/o disabile.
Paziente Attivato: Il termine patient activation indica il livello di conoscenza, abilità e fiducia del paziente nella capacità di gestione della propria salute e di interazione con il sistema di cura, con focus prevalente sulla dimensione comportamentale nello scambio con il medico e il sistema sanitario.
Paziente Empowered: Con il termine patient empowerment si intende uno stato mentale che il paziente sperimenta nel momento in cui percepisce di avere controllo e potere sul proprio stato di salute e sui trattamenti.
Patient Engagement: L’engagement del paziente è un processo esperienziale che deriva dall’attivazione dell’individuo non solo a livello cognitivo e comportamentale ma anche emotivo e che consente al paziente di assumere un ruolo pienamente consapevole, partecipe e “co-autoriale” durante il suo percorso di salute, nell’ambito di una fruttuosa collaborazione con il sistema di cura.
Paziente Esperto: Vedi presente documento, in particolare il concetto di Paziente Esperto ha una sua particolare specificità e differenza rispetto alle altre definizioni sotto riportate.
Smartphone : il dispositivo fondamentale della trasformazione digitale della salute per il paziente, il quale “tiene nella propria mano” lo strumento attraverso il quale può usare in autonomia applicazioni digitali di monitoraggio, di supporto alla terapia farmacologica, di informazione e formazione sulla gestione della malattia, di terapia digitale e di conseguenza può gestire in un modo nuovo e maggiormente consapevole la propria malattia.