Nel mondo le morti dovute a malattie cardiovascolari (CVD) sono cresciute del 60%: da 12,1 milioni nel 1990 a 20,5 milioni nel 2021. Il ¹report della World Heart Federation (WHF), riporta che nel 2021 le CVD sono state la principale causa di morte e il 20% dei decessi si sono verificati nei Paesi a basso e medio reddito.Per quanto riguarda L’Italia, secondo ²l’Istituto Superiore di Sanità “le malattie cardiovascolari rappresentano ancora la principale causa di morte nel nostro paese, essendo responsabili del 44% di tutti i decessi”. In particolare, la cardiopatia ischemica rappresenta il 28% di tutte le fatalità, mentre gli episodi cerebrovascolari sono al terzo posto con il 13%, dopo il cancro.
Uno ³studio presentato nel corso del recente Congresso ESC (European Society Cardiology) indica che i costi europei delle malattie cardiovascolari corrispondono a 282 miliardi di euro, pari a 636 euro pro-capite. A livello italiano, i costi ammontano invece a oltre 41 miliardi di euro, ovvero il 15% della spesa sanitaria, pari a 726 euro pro-capite, e quindi al di sopra della media europea.Il fardello rappresentato da queste patologie per cui pare rivelarsi difficile una effettiva prevenzione, malgrado molti decessi siano classificati come ‘evitabili’ dall’OMS (⁴Noncommunicabledisease), basti pensare al ruolo rappresentato da stili di vita come fumo e sedentarietà, unito alla progressiva diffusione in paesi con sistemi sanitari deboli, rende particolarmente interessante il contributo della tecnologia per contenerne le conseguenze.
Molte start-up si concentrano su soluzioni di medicina digitale che supportano prevenzione primaria e secondaria e/o diagnosi delle NCD, in particolare per quanto riguarda il diabete e le patologie cardiovascolari. Diversi incubatori focalizzati sull’healthcare ospitano progetti innovativi sempre più spesso basati sull’AI.Quest’anno, per esempio,⁵Health Incubator Helsinki ha incluso tre nuove startup di area CVD nel suo programma fra settembre e novembre 2023. L’incubatore, che nel primo semestre 2023 è riuscito a raccogliere oltre 10 milioni di euro di finanziamenti per le iniziative incluse nel suo programma, ha selezionato CardioLyse, HAKO e CarFlux.
Cardiolyse è stata fondata in Ucraina nel 2015 da un cardiologo con vasta esperienza clinica e da un ingegnere informatico e data scientist. Entrambi molto consapevoli delle difficoltà di interpretazione dei dati cardiaci specie considerato la crescente domanda di monitoraggi. Nel 2017 è stata ammessa al Vertical Health Accelerator di Helsinki e si è trasferita in Finlandia. L’iniziativa si è focalizzata su una soluzione in grado di fornire il miglior rilevamento remoto delle anomalie cardiache. Lo fanno incorporando i dati di monitoraggio cardiaco provenienti dalle cliniche o dai dispositivi domestici, che si presentano sotto forma di elettrocardiogramma (ECG), in un algoritmo di intelligenza artificiale basato su cloud.
La tecnologia Cardiolyse raccoglie l'anamnesi medica e lo stile di vita personale di un paziente confrontandoli con una base dati che include settanta anni di dati cardiaci per diverse fasce di età, sessi ed etnie, ed è in grado di creare un rapporto personalizzato sulla salute del cuore.
La piattaforma Cardiolyse non fornisce solo un rapporto dettagliato agli operatori sanitari, ma responsabilizza i pazienti attraverso una valutazione del rischio cardiaco facile da comprendere, in modo che possano assumere un ruolo sempre più attivo.
Il medico infatti indica al paziente l’utilizzo del monitoraggio remoto con Cardiolyse e crea una nuova ‘cartella’ sull’applicazione in cloud, il paziente può scaricare l’app dagli store e registrarsi. Con l’analisi dei dati inseriti dal medico il paziente riceve un report iniziale con supporti alla prevenzione, ed è invitato ad effettuare periodicamente un controllo ECG da remoto che viene analizzato su un amplissimo set di parametri per elaborare un profilo di rischio e re-inviarlo al medico con una reportistica di facile interpretazione e alert immediato in caso di pericolo.
Si tratta di un approccio innovativo e orientato alla prevenzione in un settore in cui la scarsità di specialisti e il numero crescente di pazienti rappresenta in molte realtà un problema preoccupante.
La tecnologia applicata si distingue per l'estensione della valutazione, che include l'input di tutti i parametri cardiaci noti e delle risposte del sistema nervoso.
Questa start-up di origine danese e fondata di recente è ancora in fase seed. Anche il lavoro di questo giovane gruppo è partito dall’evidenza che una percentuale sorprendentemente alta di professionisti del settore sanitario trova difficile interpretare le letture ECG senza l'aiuto di cardiologi qualificati.
Nel 2021⁶uno studio pubblicato sul JCF ha evidenziato, per esempio, che il 68,5% dei pazienti inviati allo specialista dal medico di base per insufficienza cardiaca avevano ricevuto una diagnosi errata e persino in setting ospedaliero la percentuale di prima diagnosi sbagliata poteva arrivare al 16%.
Quindi il loro progetto mira a creare una soluzione che abiliti il personale sanitario a leggere adeguatamente queste informazioni qualora lo specialista non possa essere raggiunto.
La tecnologia applicata è molto sofisticata. La soluzione di HATO consiste nel raccogliere i dati direttamente dall'hardware ospedaliero esistente e analizzarli in pochi secondi con l'intelligenza artificiale avanzata di HATO, utilizzando le funzionalità preesistenti di molti programmi software moderni per recuperare le informazioni dai server. I risultati vengono quindi visualizzati all'interno del software di facile utilizzo dell'azienda, visualizzando un'immagine 3D di dove potrebbe trovarsi un potenziale problema cardiaco.
La start-up è alla ricerca di partnership che le consentano di affinare la convalida clinica.
L’ultima start up inclusa nel programma di Health Incubator Helsinki si occupa di un problema cardiaco con esiti particolarmente infausti: l’aneurisma aortico.
Un aneurisma dell'aorta toracica è un'area indebolita nella grande arteria che trasporta il sangue dal cuore attraverso il torace. Quest'area può rigonfiarsi e rompersi con conseguente emorragia interna, che è quasi sempre fatale. Fortunatamente, per la maggior parte dei pazienti l'aneurisma rimane stabile. Sfortunatamente, non esiste uno strumento di valutazione del rischio per separare i pazienti con basso rischio di rottura dai pazienti con rischio di rottura da moderato ad alto. Per questo motivo il protocollo di follow up è particolarmente oneroso in termini di risorse economiche e sanitarie, in quanto prevede esami diagnostici per immagini ricorrenti. Questo follow up, tuttavia a volte non è in grado di identificare in tempo i pazienti eleggibili per l’intervento chirurgico prima che sopravvenga la rottura dell’arteria e la morte.
L’approccio del gruppo di lavoro di Corflux parte dalla considerazione che la valutazione del rischio di rottura dovuta a un aneurisma non tiene attualmente conto delle caratteristiche strutturali e di flusso individuali dell'aorta del paziente, ma l'aorta viene diagnosticata come allargata quando il suo diametro supera i 40 mm. Di conseguenza il follow up include anche quei pazienti in cui la dilatazione è destinata a rimanere sostanzialmente invariata nel tempo (circa l’80%).
Il gruppo multidisciplinare dell’Università della Finlandia orientale sta quindi lavorando aun modello matematico supportato dalla clinica che possa ottimizzare la gestione di questa patologia attraverso l’utilizzo di un gemello digitale. L'analisi del gemello digitale creato da CorFlux è uno strumento di medicina clinica che calcola lo stress sulla parete aortica e fornisce una stima accurata del rischio di rottura dell'aorta. Il risultato può essere utilizzato per supportare le decisioni di trattamento clinico quando si valuta la necessità di un trattamento e di un follow-up dell'aneurisma. L'analisi CorFlux valuta il singolo paziente come paziente a basso, medio e alto rischio. I pazienti a basso rischio non hanno bisogno di ulteriori esami di imaging, i pazienti a medio rischio vengono sottoposti a follow-up di imaging a cinque anni e i pazienti ad alto rischio vengono sottoposti a intervento chirurgico. La validazione del modello potrebbe portare ad un ripensamento sostanziale dei protocolli per questa patologia con la possibilità di utilizzare le risorse risparmiate per migliorare accesso alle cure e prevenzione di migliaia di pazienti.
Seppure caratterizzate da diverse fasi di ‘maturità’, le start-up ingaggiate da Health Incubator Helsinki prefigurano il ruolo che queste tecnologie possono rappresentare in termini di potenziale ottimizzazione dell’accesso alla cura e della prevenzione una volta validate e opportunamente inseriti in percorsi diagnostici terapeutici innovativi.
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