Le definizioni di metaverso sono state fornite da molti attori tecnologici e importanti società di consulenza. Il Politecnico di Milano tiene uno dei suoi osservatori proprio sul tema e ha elaborato una sua versione che ne riprende gli elementi chiave:
‘Il Metaverso rappresenta un ecosistema immersivo, persistente, interattivo e interoperabile, composto da molteplici mondi virtuali interconnessi in cui gli utenti possono socializzare, lavorare, effettuare transazioni, giocare e creare, accedendo tramite strumenti di realtà estesa’
Il metaverso quindi non si riferisce a un mondo virtuale, ma idealmente indica un sistema di mondi (un universo appunto) collegati fra loro in cui è possibile muoversi grazie alla interconnessione e alla interoperabilità. Questa permeabilità che dovrebbe consentire a un utente sia di passare per esempio da META (Social) a Fortnite (gaming) con la stessa identità digitale, è abilitata dal concetto di Web3 e su soluzioni tecnologiche come la Blockchain e gli NFT (Non Fungible Token). Il Web3 abilita un’esperienza utente trasversale all’interno dei vari servizi in cui viene conservata l’identità, ma anche mantenuto il possesso degli asset e degli attributi acquisiti nei mondi virtuali.
Le altre caratteristiche elencate sono il libero accesso per partecipare a eventi e attività, e la rappresentatività, cioè la possibilità di abitare i mondi virtuali attraverso un proprio avatar.
Al momento non esiste (ancora) nulla del genere tantomeno applicato alla medicina. Secondo le ricerche presentate recentemente da Polimi, in Italia esistono (aprile 2023) 231 progetti di realtà estesa XR* (vedi box) attivati dal 2020 a oggi. Molte aziende stanno già utilizzando nella comunicazione e offerta ai consumatori, o nei processi aziendali, le tecnologie in grado di arricchire il mondo reale con elementi digitali o di creare ambienti o esperienze virtuali specialmente in ambito retail.
Per quanto riguarda il mondo professionale (B2B) l’Osservatorio ha censito anche soluzioni healthcare (23% del totale in Italia) che consentono la collaborazione da remoto tra i medici, o la simulazione virtuale nella pianificazione dell’intervento clinico.
Benché un metaverso in ambito medico non sia una realtà prossima, un recente report di Boston Consulting Group¹ ha mappato le soluzioni che potrebbero rappresentare i ‘quartieri’ di questo universo virtuale e ha identificato 543 start up attive nell'assistenza sanitaria dall'inizio del 2018 fino a ottobre 2022. Nell’immagine ogni nodo rappresenta una società, con la dimensione del nodo che rappresenta il numero di connessioni dell'azienda con, o la sua somiglianza con, altre società. La densità di un cluster indica quanto sono correlate le società, e la distanza tra i cluster riflette il numero di società correlate.
Al momento la maggior parte dei casi analizzati utilizzano la tecnologia XR (vedi box).Le tecnologie vengono utilizzate in diverse applicazioni diagnostiche e terapeutiche, nonché nella formazione medica, nelle riunioni e nelle conferenze.
Le aziende stanno anche sperimentando la blockchain per applicazioni che vanno dalla verifica della supply chain all'archiviazione e gestione dei dati sanitari.
Il passaggio in campo medico dai progetti di realtà virtuale/aumentata a una applicazione più olistica e interconnessa richiede sviluppi molto specifici, in particolare per quanto riguarda la precisione olografica e le prestazioni dei visori AR inseriti in un contesto di interoperabilità sviluppato allo scopo.
Schematizzazione di metaverso in medicina basato su sviluppi olografici.
Fonte²:Clinical eHealth - Volume 5, December 2022, Metaverse in medicine
Box definizioni
Il principio di funzionamento della mixed reality (in breve MR), ossia realtà mista, è l’unione di elementi di AR e VR. Si tratta della tecnologia immersiva di ultima e più complessa generazione. Questa forma di realtà estesa unisce il nostro mondo reale con l’ambiente virtuale, dando così origine a un nuovo ambiente. L’utente interagisce contemporaneamente con l’ambiente reale e quello virtuale. Gli oggetti fisici del mondo reale influiscono sugli elementi digitali. L’uso di questa tecnologia richiede un visore MR (ad esempio le HoloLens di Microsoft) e una determinata potenza del processore.Attraverso un display trasparente, questi occhiali rappresentano gli oggetti in 3D direttamente nell’ambiente dell’utente. Il visore HMD dispone di sensori integrati, altoparlanti e una propria unità di calcolo.
Per l’uso non sono necessari ulteriori dispositivi. Le applicazioni cliniche ancora sperimentali consentono di visualizzare complessi interventi clinici, per esempio, in ambito cardiologico⁵.
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