Il sistema sanitario globale ha un impatto molto pesante sull’ambiente. Il funzionamento delle strutture di cura, la produzione e la distribuzione di farmaci e dispositivi medici e l’erogazione stessa delle prestazioni produce una impronta energetica stimata corrispondente a quella di 514 centrali a carbone, pari al 4,4% del totale.
I temi di sostenibilità ed equità dello sviluppo sono diventati centrali nell’ultimo decennio e l’esperienza della pandemia ha rafforzato questa visione basata su criteri di crescita fondati su obiettivi di ESG (Environmental, Social and Governance) . L’acronimo ESG si riferisce a criteri con cui misurare l’impatto ambientale, sociale e di governance delle aziende, incluse quelle sanitarie.
La legislazione europea impone ormai a quasi tutte le imprese delle rendicontazioni non finanziarie sempre più dettagliate e anche il settore salute deve assumersi l’onere di aderire a questi principi.
Oltre all’urgenza di attivare in modo allargato modelli di servizio circolari che riducano l’uso di materiali ed energia, la digitalizzazione è sicuramente uno degli asset per raggiungere questi obiettivi anche per quanto riguarda l’ambito healthcare, ad esempio sostenendo l’assistenza remota e l’erogazione di servizi dematerializzati.
Malgrado l’impronta ambientale dell’infrastruttura ICT per offrire soluzioni digitali stia aumentando (tanto che entro il 2030 l’8% dell’elettricità sarà consumata dai data center, e il 14% delle emissioni di gas serra nel 2040 sarà attribuibile alle ICT), le ricerche attuali propendono per un bilanciamento positivo grazie ai risparmi generati dalle implementazioni tecnologiche digitali (2) e un documento pubblicato da J.D. Sachs documenta come la digitalizzazione sia uno degli strumenti chiave per raggiungere gli obiettivi di sostenibilità (SDG) delle Nazioni Unite (3).
Anche le istituzioni europee hanno ribadito la centralità del tema digitalizzazione e sostenibilità, tanto che, ad esempio, nel definire il perimetro dell’iniziativa NextGeneration EU nel 2021 hanno destinato il 20% alla transizione digitale con il vincolo di ‘non nuocere all’ambiente’ su tutte le iniziative finanziate dal piano (4).
Uno studio specifico sull’impatto “ESG e sanità” condotto da Pwc ha sottolineato le importanti potenzialità della Digital Health.
Sono stati identificati e quantificati 18 sottoinsiemi del settore sanitario, assegnando a ognuno un punteggio di impatto ESG da -2 a +2, a seconda di quanto i segmenti siano negativamente o positivamente influenzati dai fattori ESG e dalle loro tendenze.
Il valore del punteggio è la somma di tutte le tendenze. Successivamente, i valori vengono ponderati sulla base delle probabilità che la tendenza si verifichi: il 20% indica un evento improbabile e il 100% un evento certo.
Seguendo questa metodologia la salute digitale raggiunge i 3,8 punti emergendo decisamente fra gli ambiti di grande impatto ESG nel settore sanitario (5) e quindi fra le tendenze emergenti.
Anche in questo settore può essere complesso avere una visione che bilanci in modo equilibrato i vantaggi e le incertezze dei nuovi modelli.
In un report di Bain e del World Economic Forum basato su interviste approfondite di 400 dirigenti in varie aree, una percentuale significativa (40%) si è dichiarata fiduciosa nel ritenere che le tecnologie digitali abbiano un impatto positivo sui loro obiettivi di sostenibilità nel ridurre le emissioni e misurando i risultati dei piani su ESG e nel rafforzare collaborazione ed innovazione.
Tuttavia, un intervistato su dieci si è dichiarato preoccupato riguardo le possibilità di inclusione, garanzia della diversity e problemi di privacy.
Anche in ambito sanitario non è sempre semplice valutare l’equilibrio fra le soluzioni tradizionali e le tecnologie emergenti. In tema di medicina digitale è particolarmente critico porre la massima attenzione, ad esempio, nel disegnare soluzioni e processi che siano effettivamente inclusivi, specie per le categorie più fragili, così che i vantaggi in tema di sostenibilità ambientale (meno spostamenti, minor consumi) non vadano a discapito della sostenibilità sociale e di effettivo accesso. Un obiettivo armonioso fra sostenibilità ambientale, sociale e di governance è sempre perseguibile se le organizzazioni sanitarie riprogettano tecnologia, processi e formazione adeguata, in un continuum che abbia come perno pazienti, clinici e care-giver famigliari.
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