Circa 20 anni fa, il primo studio epidemiologico strutturato sui disturbi mentali (progetto ESEMED-WMH)[1] condotto in Italia aveva già evidenziato che circa il 7% degli intervistati presentava i criteri diagnostici per almeno un disturbo mentale nei 12 mesi precedenti l’intervista diagnostica. Circa il 5% del campione aveva sofferto di un disturbo d'ansia.
La fotografia più recente e post pandemia condotta attraverso il Mind Health Report di Axa[2] inquadra un problema crescente in modo esponenziale. I dati relativi al 2023, seppur raccolti con modalità diverse, ma statisticamente solide, mostra che il 28% della popolazione italiana ha una forma di disturbo mentale. I numeri sono preoccupanti perché in aumento di ben 6 punti percentuali rispetto al 2022 con l’ansia che colpisce il 14% degli intervistati. Il problema, aggravato dal Covid e dal conseguente isolamento creato dal lockdown persiste con percentuali allarmanti fra i giovani, fra i quali le percentuali sono quasi doppie rispetto alla media. Uno studio di Ambrosetti a livello europeo (Mental Health Index 2.0)[3] stima il peso economico dei costi diretti e indiretti che superano i 600 miliardi di euro, pari al 4% del PIL totale europeo.
Si tratta di una sfida per i sistemi sanitari relativa sia allo stigma ancora presente rispetto al disagio mentale (lo studio Axa mostra che una quota allarmante di persone con segnali importanti di disagio si fa autodiagnosi e non vede uno specialista), sia alla scarsità di risorse in campo. L’Italia riserva alla salute mentale il 3% della spesa sanitaria e si posiziona nona nella classifica della qualità dell’assistenza sanitaria per i disordini mentali delle diverse nazioni europee. Il ’bonus psicologo’ rappresenta un passo in avanti ma ha anche evidenziato la disparità fra necessità e disponibilità di risorse.
La VR definita da Treccani ‘simulazione all'elaboratore di una situazione reale con la quale il soggetto umano può interagire, a volte per mezzo di interfacce non convenzionali, estremamente sofisticate, quali occhiali e caschi su cui viene rappresentata la scena e vengono riprodotti i suoni, e guanti (dataglove) dotati di sensori per simulare stimoli tattili e per tradurre i movimenti in istruzioni per il software...’ non è una novità come strumento di supporto psicologico.
Recentemente la diffusione delle tecnologie, il loro perfezionamento e il contenimento dei costi ha reso più accessibile questi strumenti supportati anche dal prodursi di letteratura scientifica sulla loro efficacia. I visori più diffusi oggi permettono una immersione a 360’ senza più provocare nausea e costano un decimo rispetto ai primi modelli degli anni 90.
Le applicazioni e le sperimentazioni in corso riguardano principalmente il trattamento di ansie e fobie. L'applicazione della VR in psicoterapia si basa sull'immersione del paziente in ambienti virtuali controllati, che permettono agli psicoterapeuti di simulare situazioni specifiche correlate ai disturbi trattati in modo sicuro e ripetibile oppure immergere i pazienti in contesti particolarmente rilassanti.
Un esempio interessante è l’applicazione presso l’ospedale di Mendrisio in Svizzera per la gestione dell’ansia preoperatoria[4]. Centinaia di pazienti hanno sperimentato questo approccio con risultati promettenti. Gli operatori sottolineano che è importante selezionare opportunamente i pazienti che possono trarre maggior sollievo da queste tecniche che comunque presentano il vantaggio indubbio di poter essere attivate e disattivate in tempo reale a differenza dei farmaci il cui effetto perdura nel tempo.
La realtà virtuale per il trattamento dei disturbi d’ansia è uno strumento che si inserisce all’interno di un protocollo metodologico tradizionale e non lo va a sostituire in nessuna delle sue forme. Gli ambienti virtuali utilizzati devono essere gestiti attraverso la professionalità di un terapeuta che ne mantiene il controllo. Per i disturbi d’ansia come le fobie e le crisi da panico che hanno come tratto comune la tendenza all’evitamento e la sovra valutazione del pericolo, il trattamento comune è la terapia di esposizione, che consiste nell’esporre gradualmente i pazienti alle situazioni che scatenano in loro ansia o paura in un contesto virtuale. Questo consente di analizzare e contrastare le tendenze di evitamento e ricostruire gradualmente la fiducia in sé stessi e il senso di autoefficacia.
La piattaforma creata da IDEGO[5] ad esempio offre agli psicologi del network strumenti specifici per il trattamento attraverso VR di disturbi da ansia e fobie oltre a programmi formativi specifici. Fra le esperienze più recenti che si applicano a una situazione molto diffusa, un progetto con Santagostino Psiche per dare sollievo all’ansia da aghi per chi si sottopone ai prelievi.
La realtà virtuale viene sperimentata sempre più spesso anche per gli effetti analgesici in presenza di manovre mediche potenzialmente molto dolorose (come le medicazioni su pazienti ustionati)[6]. Certamente gli effetti di riduzione dell’ansia legata all’evento sono importanti, ma gli studi che si stanno moltiplicando mostrano anche interessanti effetti sulla vera e propria percezione del dolore [7].
Considerato l’impatto dei disturbi d’ansia sullo stato generale di salute della popolazione e la diffusione di patologie potenzialmente causa di dolore moderato e grave per cui le risposte terapeutiche in analgesia non sono risolutive (oppure espongono ad importanti effetti collaterali), lo sviluppo di soluzioni alternative e di supporto attraverso la realtà virtuale può offrire risposte in grado di ampliare l’accesso, ridurre gli impatti economici e soprattutto migliorare l’esperienza dei pazienti coinvolti.
Cliccando sul seguente link abbandonerà questo sito e accedendo al sito appena selezionato lei sarà soggetto alle condizioni di utilizzo di questo ultimo.
Polifarma non si assume alcuna responsabilità relativamente ai contenuti presenti.
Cliccando sul seguente link abbandonerà questo sito e accedendo al sito appena selezionato lei sarà soggetto alle condizioni di utilizzo di questo ultimo.
Polifarma non si assume alcuna responsabilità relativamente ai contenuti presenti.
Cliccando sul seguente link abbandonerà questo sito e accedendo al sito appena selezionato lei sarà soggetto alle condizioni di utilizzo di questo ultimo.
Polifarma non si assume alcuna responsabilità relativamente ai contenuti presenti.
Cliccando sul seguente link abbandonerà questo sito e accedendo al sito appena selezionato lei sarà soggetto alle condizioni di utilizzo di questo ultimo.
Polifarma non si assume alcuna responsabilità relativamente ai contenuti presenti.
Cliccando sul seguente link abbandonerà questo sito e accedendo al sito appena selezionato lei sarà soggetto alle condizioni di utilizzo di questo ultimo.
Polifarma non si assume alcuna responsabilità relativamente ai contenuti presenti.
Cliccando sul seguente link abbandonerà questo sito e accedendo al sito appena selezionato lei sarà soggetto alle condizioni di utilizzo di questo ultimo.
Polifarma non si assume alcuna responsabilità relativamente ai contenuti presenti.
Cliccando sul seguente link abbandonerà questo sito e accedendo al sito appena selezionato lei sarà soggetto alle condizioni di utilizzo di questo ultimo.
Polifarma non si assume alcuna responsabilità relativamente ai contenuti presenti.