Già con un piede nel futuro, Israele è stata tra i primi paesi al mondo ad aver colto lo straordinario potenziale dell'intelligenza artificiale applicata nel settore medico. Al contempo si è accorta che, per acquisire la leadership nel settore, aveva bisogno del più importante asset per lo sviluppo di algoritmi di AI precisi ed affidabili: i dati. Conscia infatti del valore inestimabile insito nelle cartelle cliniche dei pazienti, prima ammucchiate sulla scrivania del medico di famiglia e poi archiviate in vecchi scatoloni, Israele ha deciso di registrare il record medico dei pazienti in portali digitali studiati per essere dati in ‘pasto’ ai molteplici algoritmi di intelligenza artificiale sviluppati nella Startup Nation. Israele ha costituito così un enorme database sanitario capace di riconoscere, non solo lo stato di salute del singolo individuo, ma anche l'andamento dello stato di salute di un'intera collettività.
Nell'ultimo decennio i sistemi sanitari di tutto il mondo si stanno battendo con il fine di riuscire a fornire il servizio migliore per i loro pazienti, nel rispetto dei vincoli legali e delle restrizioni di bilancio stabilite dai governi e dalle istituzioni assicurative e ospedaliere. Nonostante la digitalizzazione delle cartelle cliniche e le nuove tecnologie mediche stiano prendendo piede in vaste aree del mondo, in molti paesi i servizi sanitari e le istituzioni governative non sono ancora in grado di comunicare tra loro in modo efficace e condividere i dati riguardanti la health state delle relative popolazioni.
Essendo il sistema sanitario israeliano un sistema relativamente giovane, se consideriamo la recente fondazione dello Stato d'Israele, esso è caratterizzato da ampie disponibilità tecnologiche all'avanguardia che gli hanno permesso di vincere la propria scommessa ed applicare ed integrare l'utilizzo dei big data all'interno del suo operato nel campo della medicina digitale. Israele, infatti, ha imparato nel tempo a sfruttare i dati medici dei cittadini per creare nuove opportunità di analisi volte ad ottimizzare il trattamento dei pazienti. Fondamentale in questo successo è anche il contributo del modello assicurativo HMO (Health Maintenance Organization), che ha come obiettivo principale quello di salvaguardare la salute dei propri pazienti attraverso la prevenzione.
Prendendo dunque come riferimento il sistema sanitario israeliano, scopriamo che il 98% della popolazione locale (composta da 9 milioni di abitanti) è coperta da un'assicurazione sanitaria completa. I quattro HMO israeliani e i loro ospedali affiliati, infatti, utilizzano già da due decenni la stessa piattaforma di cartelle cliniche elettroniche, con accesso disponibile in ogni punto di cura, secondo le diverse necessità. Di conseguenza, nel corso degli anni Israele è riuscita ad accumulare una quantità impressionante di dati sui pazienti, sulle loro condizioni mediche e sui trattamenti effettuati e particolarmente riusciti.
"L'utilizzo dei dati è una risorsa importante che vogliamo rendere accessibile a tutti i ricercatori", ha dichiarato il premier israeliano in carica Benjamin Netanyahu in una seduta del Consiglio di Gabinetto sul tema della medicina digitale. "L'obiettivo è quello di riuscire ad ottenere due risultati: una medicina preventiva e una medicina personalizzata, costruita su misura per ogni individuo". Nel 2018, lo stesso Netanyahu, aveva annunciato l'istituzione di un'iniziativa da 300 milioni di dollari per l'utilizzo dei big data, con il fine di rendere l'ampio archivio di dati attualmente esistente a disposizione dei ricercatori, degli imprenditori e delle istituzioni mediche, a seguito della dovuta anonimizzazione delle informazioni sensibili.
Con tutti i record registrati in un formato comune, poi, i sistemi di intelligenza artificiale - utilizzando algoritmi di apprendimento automatico - sono in grado di analizzare i dati, nonché capire a fondo le condizioni del paziente attuale rispetto a quello passato, e trarre infine il trattamento più efficace.
Ad esempio, in Israele vi sono più di 1.000 decessi all'anno a causa del cancro del colon-retto diagnosticato tardivamente. La soluzione israeliana al problema, sviluppata dalla HMO Maccabi, utilizza l'analisi dei big data e l’intelligenza artificiale per analizzare i risultati degli esami del sangue di routine ed isolare, nonché identificare, il rischio di questa particolare tipologia di tumore nelle sue primissime fasi. Un procedimento tanto elementare per un algoritmo, quanto complicato per il medico curante, vista la difficoltà nell’individuazione di campanelli d’allarme quando i valori rimangono all'interno dei range normali. Una soluzione semplice che permette di salvare centinaia di vite umane l'anno.
Come annunciato dal premier israeliano, il progetto di digitalizzazione delle cartelle cliniche offre anche e soprattutto l'opportunità di sviluppare dei trattamenti medici personalizzati per i pazienti. Nello specifico, l'utilizzo dei sistemi informatici di intelligenza artificiale consente al medico curante di personalizzare il trattamento del paziente in base alle sue specifiche esigenze grazie alle conoscenze apprese dai risultati dei trattamenti a cui sono stati precedentemente sottoposti altri pazienti.
Sappiamo, ad esempio, quanto il mondo della psichiatria si basi su ripetuti tentativi di individuare la terapia più adatta per il paziente in cura. Una soluzione sviluppata da Taliaz, un'azienda israeliana che si occupa di tecnologia medica, utilizza l’IA applicata alle profilazioni genetiche dei cittadini, per consentire degli aggiustamenti immediati delle dosi di antidepressivi da prescrivere ai pazienti. Basandosi sulla riuscita (o non riuscita) di determinati farmaci somministrati in passato a quei pazienti con caratteristiche genetiche simili al paziente in cura, il sistema è dunque in grado di predire quale farmaco possa risultare più efficace. Tutto ciò facendo riferimento solo al DNA dei pazienti. Il tasso di accuratezza di tale processo risulta essere del 70%-80%, mentre il normale tasso di accuratezza degli altri metodi esistenti per eseguire la stessa operazione è circa del 30%-40%. Un divario che sconcerta, specie se prendiamo in considerazione la velocità dell'algoritmo utilizzato dalla HMO rispetto ai lunghi mesi di sperimentazione che vengono spesi dalle altre infrastrutture mediche per testare i diversi farmaci in mercato, fino a trovare quello più appropriato per il caso specifico.
In questo quadro in cui tutto sembra ingranare alla perfezione non mancano critiche ed opinioni contrastanti. Come spiega infatti Nadav Davidovitch, capo della Public Health School presso la Ben Gurion University nel sud di Israele, in un'intervista rilasciata al quotidiano Reuters, tale progetto digitale ha un enorme potenziale, ma comporta anche dei rischi importanti in termini di privacy e riservatezza medica. Davidovitch ha espresso la sua preoccupazione riguardo i profitti che alcune società private potrebbero trarre dall'utilizzo di un database finanziato con fondi pubblici, pur continuando a rendere alcuni dei sistemi sviluppati inaccessibili a molti pazienti.
In una dichiarazione rilasciata dall'ufficio stampa del Primo Ministro Netanyahu, viene affermato che: "Israele è in grado di attuare tutti quei meccanismi capaci di mantenere le informazioni del paziente anonime e proteggere la sua privacy". La stessa dichiarazione garantisce che i pazienti siano legittimati a rifiutare l'uso delle loro informazioni e dei loro dati personali.
Attuare il processo di digitalizzazione delle cartelle cliniche, dunque, è stato più facile in Israele di quanto non lo sia stato in altri luoghi, a causa delle dimensioni ridotte della sua popolazione e dei mezzi tecnologici da sempre molto avanzati. Ciò ha reso Israele un punto di riferimento per tutto ciò che riguarda l'ambizioso e sempre più impellente uso delle intelligenze artificiali all'interno del settore medico e sanitario. La Startup Nation è riuscita così a risolvere molte delle sfide che i sistemi sanitari mondiali continuano ad affrontare ogni giorno, confrontandosi talvolta con il rischio elevato di mettere a repentaglio la privacy del paziente. Un prezzo singolo che vale forse la pena pagare, se considerato l'intento di salvaguardare il benessere fisico e mentale dell'intera popolazione.